IN COLLABORAZIONE CON INFORMABLU, PERIODICO PUBBLICATO DA COLOPLAST
# A TAVOLA CON LA STOMIA N°1
08/01/2019
Inauguriamo una nuova rubrica, che si prefigge l’intento di rispondere alle esigenze nutrizionali del paziente stomizzato, che troppo spesso si trova di fronte a dubbi e paure riguardanti il tipo di alimentazione da adottare.
Parlando di ileo, colon e urostomia è davvero importante approfondire la fisiologia dell’apparato digerente e urinario, per capire come una stomia possa determinare un cambiamento delle loro funzioni.
In questa occasione approfondiremo l’intestino, che insieme a bocca e stomaco costituisce l’apparato digerente, un tubo che ci attraversa da parte a parte e per quanto possiamo immaginarlo come ogni altro, un organo interno, è invece in continuità con il mondo esterno; tutto ciò che lo attraversa si trova in realtà all’esterno dei nostri corpi.
Per renderci conto delle grandezze con cui abbiamo a che fare, diamo qualche numero: l’intestino è lungo mediamente 7 metri, presenta una struttura estremamente complessa organizzata in pieghe, che a parità di spazio, ne aumentano la superficie assorbente fino a 300mq, più o meno quanto un campo da tennis. Alloggia circa 1,5Kg di microrganismi, la flora batterica intestinale, per un totale di 400-1000 specie diverse. Rappresenta il cosiddetto secondo cervello per la presenza di 150 milioni di neuroni ed ospita il 50% delle cellule del sistema immunitario.
Il primo tratto, l’intestino tenue (costituito da duodeno, digiuno, ileo) è la sede di numerosi processi digestivi a carico di carboidrati, lipidi e proteine e del seguente assorbimento di nutrienti, vitamine ed alcuni minerali mentre nell’intestino crasso (cieco, colon, retto) avviene principalmente l’assorbimento di acqua, dei restanti minerali nonché l’eliminazione di sostanze di scarto, fino alla formazione delle feci costituite principalmente da fibre, batteri e cellule della mucosa intestinale.
Consigli per una corretta digestione:
Alcuni alimenti, per loro caratteristiche, possono avere una funzione addensante oppure emoliente rispettivamente rallentando o accelerando il transito intestinale. Può essere pertanto modulato il loro utilizzo, incrementandolo o riducendolo, secondo le necessità individuali per ottenere un beneficio in termini di digestione, consistenza del materiale fecale e frequenza delle deiezioni.
ALIMENTI ADDENSANTI - rallentano il transito intestinale
Riso, patate, pasta, pane e farinacei raffinati, carote, banane, tapioca.
ALIMENTI EMOLIENTI - accelerano il transito intestinale
Succo d’uva, succo di mela, pane e farinacei integrali, semi di lino, di chia e di psillo, olii e grassi, zuccheri, sale, alcolici.
LIVE STREAM - LA COMPRENSIONE DEL PESO, OLTRE IL PESO DEL CORPO
03/06/2015
EXPO 2015 - CONVEGNO DELL’ ORDINE NAZIONALE DEI BIOLOGI - PARTE 1
MATRINA: PERICOLO OCCULTO AI DANNI DEI CONSUMATORI INCONSAPEVOLI
08/07/2015
Il 27 Giugno 2015 presso l’auditorium del padiglione Italia dell’Expo si è tenuta la prima delle due giornate del convegno dell’ONB “Il biologo: una professione preminente nella nutrizione e nella sicurezza alimentare”.
Tra le tematiche trattate, di stretta attualità, è stato messo in evidenza il caso della matrina, sostanza sconosciuta alla maggior parte dei consumatori ma che desta molte preoccupazioni per le implicazione sulla salute umana.
Si tratta di un alcaloide fitoiatrico presente in fertilizzanti destinati all’agricoltura biologica essendo un estratto naturale da radici di una leguminosa. Possiede un’azione funghicida ma è soprattutto un insetticida neurotossico che blocca il trasporto dell’acetilcolina (un neurotrasmettitore) provocando danni neurologici, motori e respiratori fino alla morte dell’insetto infestante.
Non bisogna lasciarsi ingannare dalla dicitura 100% naturale, organico o biologico, in quanto questo principio attivo seppur ricavato da una pianta è altamente tossico e anche se gli effetti sulla nostra salute sono ancora sconosciuti, sono molto alte le probabilità che sia estremamente tossico, soprattutto per la capacità di accumularsi nel tessuto adiposo e manifestare una tossicità cronica. Gli studi scientifici condotti nei paesi dove l’utilizzo della matrina è consentito hanno rivelato una elevata tossicità e mortalità su nematodi, rotiferi e pesci e una persistenza negli alimenti e nel terreno.
La matrina viene estratta dalla leguminosa Sophora flavescens, cresce in Cina, India e Vietnam che risultano anche i principali esportatori. Nonostante sia vietato il suo utilizzo in Europa può essere facilmente acquistato all’estero dalle aziende agroalimentari biologiche, spesso ignari dei potenziali rischi di questa sostanza, in virtù dei costi ridotti e dell’elevata efficacia.
Il 20 luglio 2014, dopo una segnalazione di FederBio (associazione italiana che riunisce i produttori biologici e biodinamici), sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza fra Puglia e Sardegna 65 tonnellate di fertilizzanti contenenti matrina importati dall’estero, una frode del valore di 3,5 milioni di euro.
L’uso di fertilizzanti a base di matrina comporta un pericolo soprattutto per chi abitualmente acquista frutta e verdura da agricoltura biologica, nonché per gli incauti produttori che a tutti gli effetti vengono truffati. Prima di acquistare fertilizzanti e corroboranti dall’estero devono verificare che il loro uso non provochi effetti nocivi per la salute umana, gli animali e l’ambiente; devono essere iscritti nella lista periodicamente aggiornata dal Ministero delle Politiche Agricole. Inoltre l’etichetta deve riportare informazioni essenziali quali la composizione, lo stabilimento di produzione e la destinazione d'uso.
Ricordandoci che sin dall’antichità sia veleni che medicinali vengono estratti da piante o funghi i cui principi attivi esplicano effetti diversi in base alla dose di somministrazione e parlare di biologico o naturale non sempre è sinonimo di sano o innocuo.
CHI E' IL NUTRIZIONISTA?
07/05/2015
La professione di biologo nutrizionista è regolamentata da una serie di normative, tra cui le più importanti:
- Legge 396/67 G.U. n° 149 16.06.1967: individua come oggetto della professione “la valutazione dei bisogni nutritivi ed energetici dell’uomo, degli animali e delle piante”
- DPR 328/2001 G.U. n° 190 suppl. ord. 17.08.2001: definisce e caratterizza l’attività professionale del biologo iscritto all’Ordine nell’ambito di problemi di genetica dell’uomo, degli animali e delle piante e valutazione dei loro bisogni nutritivi ed energetici
- DM n. 362 del 22.07.1993 G.U. n° 219 17.09.1993: esprime il parere favorevole del Consiglio di Stato sulla professione.
La “valutazione dei bisogni nutritivi” è qualificata dalla legge stessa come oggetto della professione e pertanto ne deriva che il risultato della valutazione dei bisogni nutritivi può rivolgersi al cliente nella forma di prescrizione di una dieta che il medesimo deve rispettare per il conseguimento dei fini che si prefigge.
La legge istitutiva, il DM del Ministero di Grazia e Giustizia e il DPR 328/2001 abilitano il Biologo:
Ruolo del biologo nutrizionista
Il Biologo Nutrizionista può svolgere la professione in totale autonomia in condizioni fisiologiche o in condizioni patologiche diagnosticate.